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EFFICIENZA DEL PROCESSO O TRAPPOLE PROCESSUALI? Tar Catania, III, sent. 13.3.2017, pres. Savasta, est. Boscarino.

Tar Catania, III, sent. 13.3.2017, n. 499, pres. Savasta, est. Boscarino.

PROCESSO AMMINISTRATIVO – PAT –  DIFFERIMENTO DELLA DISCUSSIONE PER CONSENTIRE IL DEPOSITO DELLA COPIA D’OBBLIGO – IMPOSSIBILITA’ SE LA RICHIESTA E’ FORMULATA IN MATERIA DI RITO SPECIALE E ANCOR PIU’  DALLA PARTE INADEMPIENTE

PROCESSO AMMINISTRATIVO – PAT –  "DIFFICOLTA'” OPERATIVE CONNESSE ALL'AVVIO" – NON SUSSISTONO (ANCHE IN RAGIONE DELLA PUBBLICAZIONE DELLE “ISTRUZIONI AD USO DEGLI AVVOCATI”) – ERRORE SCUSABILE – NON SPETTA.

Va disattesa la richiesta di differimento della trattazione del ricorso avanzata da parte ricorrente, con opposizione delle altre parti, volta a consentire il deposito di “almeno una copia cartacea del ricorso e degli scritti difensivi, con l’attestazione di conformità al relativo deposito telematico”, specie in relazione a giudizi governati dal rito speciale ed ancor più se formulata dalla parte inadempiente.

Non spetta il beneficio dell'errore scusabile alla parte ricorrente che, avendo notificato il ricorso in formato cartaceo nel 2016 e proceduto all'iscrizione a ruolo nel 2017, non abbia depositato il ricorso nella forma di documento informatico, ma essendosi avvalsa della facoltà di depositare una copia informatica per immagine del ricorso in formato analogico, ha omesso la prescritta dichiarazione di conformità all’originale, senza che alla predetta copia del ricorso risulti allegata una procura alle liti che possa ritenersi valida secondo le modalità stabilite dall'art. 8, comma 3, D.P.C.M. cit., essendo priva di alcuna dichiarazione di asseverazione. Infatti la richiamata difformità dallo schema legale (che prevede il deposito di copia informatica degli atti di parte munita di dichiarazione di conformità quale modalità alternativa, anche a regime, individuata dalla richiamata normativa, procedure queste, oltre che chiaramente normate dalle disposizioni sopra indicate, altresì esplicitate nelle “Istruzioni ad uso degli avvocati” pubblicate nel sito internet istituzionale della Giustizia amministrativa) non risulta riconducibile ad eventuali difficoltà operative connesse all'avvio del processo amministrativo telematico. Infatti la normativa relativa all’asseverazione trae origine, per l’espresso richiamo sopra evidenziato, dall'articolo 22, comma 2, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, da disposizione, quindi, invero datata.

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Note.

1) Per leggere la sentenza cliccare sul seguent link: Tar Catania, sent. 499/2017

2) Contra : Tar Napoli, IV, sent. 13.2.2017 n. 892; Tar Roma, III bis, ord., 8.3.2017, n. 3231.

3) L'art. 22, comma 2, d.lgv. 82/2005, sotto la rubrica "Copie informatiche di documenti analogici", recita: "Le copie per immagine su supporto informatico di documenti originali formati in origine su supporto analogico hanno la stessa efficacia probatoria degli originali da cui sono estratte, se la loro conformita' e' attestata da un notaio o da altro pubblico ufficiale a cio' autorizzato, con dichiarazione allegata al documento informatico e asseverata secondo le regole tecniche stabilite ai sensi dell'articolo 71".

4) La sentenza del Tar che si annota e l'ordinanza del Cons. St. 880/2017, già inserita nel sito, dimostrano quanto sia difficile pervenire ad un punto di equilibrio in tema di ripartizione di oneri e rischi connessi al guado epocale dal cartaceo al digitale:

  • per il Tar il deposito con il nuovo strumento degli atti del giudizio è tanto semplice da non giustificare, nemmeno per il primissimo periodo, la concessione dell'errore scusabile all'avvocato che è incorso in errore (l'errore "non risulta riconducibile ad eventuali difficoltà operative connesse all'avvio del processo amministrativo telematico");
  • per il Consiglio di Stato addirittura la semplice lettura a video degli atti è tanto ONEROSA ("il precetto è finalizzato a consentire una più agevole lettura degli atti processuali") che almeno per tutto il 2017 è giusto che la mancanza delle "copie di cortesia" determini l'arresto del giudizio a tempo indeterminato. Sempre e comunque. Anche se l'istanza da esaminare è di due pagine o la domanda di giustizia è improcrastinabile.
  1. M.

 

20 Marzo 2017 | By More

L’UNAA esprime la più viva contrarietà alla posizione espressa dal Consiglio di Stato sulle conseguenze in caso di mancata osservanza dell’obbligo di deposito della cd. “copia di cortesia”

odg copie cartacee 9.3.2017
13 Marzo 2017 | By More

PAT – MANCATA PRODUZIONE DELLA “COPIA D’OBBLIGO” – ARRESTO DEL PROCESSO – SENZA SE E SENZA MA- LE COPIE DI CORTESIA SONO GRADITE – Cons. St., VI, ord. 3.3.2017 n. 919

Cons. St., VI, ord. 3.3.2017, n. 919, pres. est. De Francesco.

1. PROCESSO AMMINISTRATIVO – PAT – COPIE D’OBBLIGO E COPIE DI CORTESIA

2. PROCESSO AMMINISTRATIVO – PAT – COPIE D’OBBLIGO – Omesso deposito – Conseguenze – Individuazione della sanzione – Arresto del processo.

3. PROCESSO AMMINISTRATIVO – PAT – COPIE D’OBBLIGO – Omesso deposito – Conseguenze – Effetto estintivo della misura cautelare presidenziale.

4. PROCESSO AMMINISTRATIVO – PAT – COPIE D’OBBLIGO – Omesso deposito parti diverse dal ricorrente – Irrilevanza sulla trattazione della causa.

1. Per l’anno 2017 è obbligatorio il deposito “almeno” di una copia cartacea degli atti processuali (da qualificare perciò, e normativamente, “copia d’obbligo”), non essendo esclusa la possibilità (pur se concretamente auspicabile) del deposito d’una o più copie ulteriori (da considerare, viceversa, propriamente “copie di cortesia”, giacché giuridicamente non obbligatorie).

2. Il deposito della copia d’obbligo (per come sopra individuata) da parte del ricorrente è condizione per l’inizio del decorso del termine dilatorio di 10 giorni liberi a ritroso dall’udienza camerale (ovvero 5 nei casi di termini dimidiati), di cui all’art. 55, comma 5, c.p.a., con conseguente impossibilità, prima dell’inizio di tale evento, di fissazione dell’udienza (e, comunque,  in caso di fissazione comunque avvenuta, il ricorso cautelare non può essere trattato e definito in un’udienza camerale anteriore all’espletamento degli incombenti di legge); quanto al giudizio di merito, il deposito della copia d’obbligo è da ritenersi precondizione per il corretto esercizio della potestà presidenziale di cui all’art. 71, comma 3, c.p.a. (e, comunque, in caso di fissazione comunque avvenuta, tale adempimento, anteriore al decorso del termine a ritroso di quaranta giorni, ovvero venti giorni nei casi di dimidiazione, di cui all’art. 73, comma 1, c.p.a., costituisce precondizione della trattazione del giudizio in un’udienza, pubblica o camerale).

3. L’omesso deposito della copia d’obbligo non preclude l’esame e l’eventuale concessione di misure cautelari monocratiche ex art. 56 c.p.a. (ed ancor più l’accoglimento delle eccezionali misure ex art. 61 c.p.a., posto che rispetto ad esse il codice non prevede la fissazione di un’udienza collegiale di trattazione prima dell’inizio della causa di merito – né la conseguente fissazione obbligatoria (ex art. 56, comma 4, c.p.a.) della camera di consiglio di cui all’art. 55, comma 5, tuttavia la trattazione collegiale è comunque condizionata al tempestivo deposito della copia d’obbligo nel termine dilatorio fissato da tale ultima norma (salvo dimidiazione o abbreviazione del termine stesso), sotto pena di rinvio della trattazione collegiale fino a espletato incombente (e salvi gli effetti estintivi della misura cautelare presidenziale di cui al secondo periodo del cit. art. 56, comma 4).

4. Per le parti diverse dal ricorrente, il termine per il deposito della copia d’obbligo va individuato – senza effetti ostativi alla trattazione e alla definizione dell’affare – in quello di cui all’ultimo periodo del cit. art. 55, comma 5, per i giudizi cautelari, e nel primo di quelli di cui all’art. 73, comma 1, c.p.a., per quelli di merito (fatte salve la dimidiazione o l’abbreviazione dei termini).

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Per leggere il provvedimento, cliccare sul link seguente.

https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=MVYWR5BPHGUQ6Q5HIPBVXCRLNM&q=

7 Marzo 2017 | By More

Incontro di presentazione libro Prof. Avv. Armao – 15 marzo 2017

CATANIA 15 marzo-1
5 Marzo 2017 | By More

CORSO SUGLI APPALTI NELLA SANITA’ – Catania, 3 marzo 2017, ore 15:30

 

SI SEGNALA IL CORSO ORGANIZZATO A CATANIA DAL CONSIGLIO DELL'ORDINE, DALL'ASP E DALLA SCUOLA FORENSE, SU UN ARGOMENTO DI GRANDE ATTUALITA'

 

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Valido ai fini della formazione professionale continua

Gli appalti nella sanità – 3 Marzo 2017, ore 15,30 – 19,00

Avv. Fabio Damiani – Dirigente ASP Palermo e Direttore C.U.C. Assessorato Economia Regione Sicilia

Gli appalti nella sanità e le Centrali uniche di committenza

Dott. Dauno Trebastoni – Consigliere della prima sezione del TAR Catania –

La tutela giurisdizionale in materia di affidamento di appalti.

Avv. Silvano Martella – Camera Amministrativa Siciliana 

Aspetti critici del codice dei contratti del 2016 e del recente schema di decreto correttivo.

Avv. Ignazio Danzuso – componente Ordine Avvocati di Catania

Fattispecie di reato contro la pubblica amministrazione, con particolare riguardo al reato di corruzione, così come riformato dalla legge 190/2012, esaminate dagli angoli visuali della pubblica accusa e della difesa.

Moderatore: Avv. Giampiero De Luca – Presidente Camera Amministrativa Siciliana

 

3 Marzo 2017 | By More

AVVISO CONVOCAZIONE ASSEMBLEA SOCI C.A.S. 30.03.2017 ORE 10.00 E SEGG. TAR CT

AVVISO DI CONVOCAZIONE ASSEMBLEA SOCI DEL 30 03 2017 (Rev FS)
1 Marzo 2017 | By More

CRISI DELLA RAPPRESENTANZA E NUOVE DINAMICHE DELLA REGOLAZIONE – CONVEGNO A SCIENZE POLITICHE 3-4 APRILE 2017 PATROCINATO DALLA CAMERA AMMINISTRATIVA SICILIANA E DALL’UNAA

Crisi della rappresentanza -1
1 Marzo 2017 | By More

IL CONVEGNO DEL 24 FEBBRAIO E’ SU “RADIO RADICALE”

Convegno del 24 febbraio 2017, organizzato dall'Università di Catania, dall'UNAA e dalla Camera Amministrativa Siciliana, su "L’Autorità nazionale anticorruzione. Attività regolatoria, Soft Law e Stato di diritto".

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Gli interventi effettuati nell'ambito del Convegno possono essere ascoltati su Radio Radicale, cliccando sul seguente link

https://www.radioradicale.it/scheda/501140/lautorita-nazionale-anticorruzione-attivita-regolatoria-soft-law-e-stato-di-diritto

27 Febbraio 2017 | By More

PAT – Sulla costituzione in giudizio e sulla attestazione di conformità della procura – Tar Calabria, ord. 26.1.2017

TAR Calabria, ordinanza 26.1.2017 , n. 33 – Pres.Iannini Est.Tallaro

1. – Processo amministrativo – PAT – Costituzione dei resistenti – Copia digitale di atto analogico – Nullità

2. – Processo amministrativo – PAT – Procura alle liti su supporto analogico – Asseverazione ex art. 22 CAD – Necessità 

Si segnala una delle primissime pronunzie giurisdizionali sulla validità degli atti di parte depositati nel Processo Amministrativo Telematico.

In particolare il TAR ha ritenuto nulla la costituzione in giudizio in quanto l’atto di costituzione non risultava conforme al modello legale sotto un duplice profilo:

1) sia perchè  privo della sottoscrizione digitale, avendo la parte convenuta “depositato copia digitale per immagini di un atto di costituzione cartaceo, in violazione dell’art. 136, comma 2-bis c.p.a. e dell’art. 9, comma 1 d.m. 16 febbraio 2016, n. 40, che prescrivono che gli atti delle parti siano redatti in formato di documento informatico sottoscritto con firma digitale” ritenendo che nel caso di specie “’l’atto di costituzione manchi dei requisiti formali indispensabili per il raggiungimento dello scopo (art. 156, comma II c.p.c.), in quanto … la mancanza della firma digitale apposta sull’atto di costituzione impedisce di verificarne la paternità, e cioè che esso provenga dal difensore che ne appare l’autore (cfr. anche l’art. 44, comma 1 c.p.a. con riferimento al ricorso)”;

2) sia perchè la procura risultava priva della attestazione di conformità ex art.22 CAD, “avendo depositato copia digitale per immagini della procura conferita dal Presidente della Regione, senza attestarne la conformità all’originale ai sensi dell’art. 136, comma 2-ter c.p.a. e dell’art. 8, comma 2 d.m. 16 febbraio 2016, n. 40; … per cui non è possibile, in mancanza della prescritta attestazione, ritenere la conformità all’originale della copia digitale della procura prodotta”.

Nota

L’ordinanza appare improntata ad un rigido formalismo e non tiene conto, ad avviso dello scrivente, di varie disposizioni che regolano il processo telematico.

L’art. 6 comma V delle specifiche Tecniche allegate al DM 40/2016 dispone che la firma digitale Pades del modulo di deposito ” si intende estesa a tutti i documenti in esso contenuti”, per cui anche deve ritenersi estesa anche all’atto di costituzione in giudizio.

Ciò vale anche per la scansione della procura alle liti, priva della sola formula di conformità ex art.22 CAD (richiamata dall’art. 8 comma II DM 40/2016). Il comma II dell’art. 22 CAD riconosce alla scansione di un documento analogico la medesima efficacia probatoria dell’originale qualora la conformità venga attestata con dichiarazione allegata al documento informatico. Può ritenersi che la firma digitale apposta alla fine del modulo contenga una implicita asseverazione di conformità della scansione della procura.

Ma trattandosi di procura alle liti occorre far riferimento all’art.83 c. III ultimo capoverso c.p.c. che dispone:  Se la procura alle liti è stata conferita su supporto cartaceo, il difensore che si costituisce attraverso strumenti telematici ne trasmette la copia informatica autenticata con firma digitale, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici e trasmessi in via telematica ” per cui può ritenersi sufficente la semplice autentica della procura tramite la firma digitale del modulo deposito.

In ultimo può ritenersi valida la procura firmata digitalmente, ma priva dell’assseverazione, anche in base al principio di conservazione degli atti processuali e dell’art.22 comma III CAD che prevede che le copie digitali di un documento analogico abbiano la stessa validità  dell’originale anche in difetto dell’asseverazione, purchè la conformità non venga “espressamente disconosciuta”: disocnoscimento che, ovviamente, può avvenire solo dal soggetto che la ha sottoscritta, ex art. 214 c.p.c.

Si auspica, in ogni caso, una maggiore “tolleranza” da parte dellla Magistratura specialmente nel periodo iniziale.

TARCZ33-2017

11 Febbraio 2017 | By More

LA SHARI’A E LA PERMEABILITÀ DELL’ORDINAMENTO ITALIANO – Emanato il decreto sui limiti dimensionali degli atti di parte.

Superata la classica e tassativa indicazione della fonti dell’art. 1 delle preleggi, forse a seguito del trasformatore permanete dell’art. 10 Cost., la proliferazione delle fonti del diritto ha consentito l’insediarsi nell’organismo vivente dell’ordinamento italiano di precetti alieni che consentono ai giudici ed alla forza pubblica (sua longa manus) di modellare le libertà dei cittadini.

Da qui la soft law, gli accordi regolatori del processo (fuori dal codice di rito), gli editti delle autorità indipendenti (specie di alcune), etc. che obbediscono al più classico dei princìpi: chi ha il potere detta le regole, più noto al popolo nella vulgata: “chi paga sceglie la musica”.

L’ultima perla (comunque giustificata da una fonte normativa primaria) è il decreto di S. E. Il Presidente del Consiglio di Stato n. 167 del 22.12.2016 che, a mo’ di regalo alla classe forense e, per essa, agli amministrati tutti, detta i criteri su come scrivere i ricorsi e le difese.

Manco a dirlo le regole poste sfuggono al novero dei fenomeni naturali bidirezionali in quanto gli avvocati debbono rispettarle ma i giudici no!

Ma cosa c’entra la shari’a.

Semplice! In un periodo in cui la permeabilità degli ordinamenti aumenta e l’Italia e l’Europa (la Sicilia poi!) sono pericolosamente prossimi all’Islam ci vuol poco ad applicare alla fattispecie in trattazione la legge islamica la quale prevede che il furto venga punito con il taglio della mano destra e, in caso di recidività, venga mozzata anche la sinistra.

Furto di cosa? Ma, che diamine! del tempo; del tempo che i magistrati (ovviamente dediti solo alla lettura degli atti processuali e non ad attività di governo e sottogoverno, di giustizia privata, di lucroso insegnamento, etc.) impiegano per comprendere le ragioni di doglianza ed emettano una giusta sentenza prima che il ricorso muoia di morte naturale per perenzione quinquennale com’è successo già a centinaia di migliaia di ricorsi nel passato. La celerità del giudizio serve ad impedire che i ricorsi muoiano prima di essere decisi.

E non pensino gli incorreggibili prolissi avvocati, privati di entrambe le mani per aver commesso furto ai danni dei giudici per ben due volte, di ricorrere ad un sistema di dettatura elettronica (o riconoscimento vocale) o di dilungarsi in interminabili discussioni orali perché, avuto “riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe” (art. 12 preleggi), si corre il rischio del taglio della lingua non previsto dalla shari’a – perché impedirebbe di assolvere all’obbligo della preghiera – ma che il laico ordinamento italiano non avrebbe alcuna remora ad applicare.

Buon Natale

Nicola D’Alessandro

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Per leggere il decreto cliccare sul link D. PCS n. 167/2016

24 Dicembre 2016 | By More